L A B O R A T O R I O  D I  A R C H I T E T T U R A  E  D E S I G N


PARISH CHURCH COMPLEX  ”REDEMPTORIS MATER”

 

TYPE: RELIGIOUS BUILDINGS, DESIGN COMPETITION, INVITATION
LOCATION: CINISI, PALERMO, ITALY.
PROGRAM: CHURCH 750 sqm, OFFICE 210 sqm, OTHER 960 sqm
DESIGN: 2015
DESIGN TEAM: FRANCESCO NAPOLITANO, SIMONE LANARO, DOMENICO FARACO, FRANCESCA ACCICA

 

To the Israelites the glory of the LORD looked like a consuming fire on top of the mountain.
(Exodus 24:17)

Questa proposta progettuale si basa sul significato dell’immagine della montagna di Punta Raisi, che viene qui intesa come l’elemento paesaggistico nel quale la comunità di Cinisi riconosce la propria identità. L’approccio è quindi quello di mutuare il rapporto visivo che la città ha con la montagna e di riproporlo, opportunamente declinato, nella nuova chiesa: come dai vicoli di Cinisi è possibile percepire la montagna come suggestivo sfondo delle vie, così gli elementi architettonici dell’aula e degli spazi esterni inquadrano il rilievo roccioso isolandolo dagli altri elementi del contesto e ne suggeriscono la contemplazione (foto 1; viste 1 e 2).
Per conseguire questo risultato l’asse longitudinale dell’aula liturgica è con buona approssimazione orientato sulla direttrice est-ovest e il presbiterio è posizionato sul fronte est. In questo modo si configura una successione di spazi (sagrato-portico-aula-presbiterio-area per le celebrazioni esterne) ciascuno in diretta comunicazione visiva con l’altro e con la montagna (schema 4).
Questa teoria di elementi costituisce una macchina ottica orientata verso il rilievo orografico, nella quale il presbiterio (e quindi il magistero) funge da filtro all’immagine della natura; al fine ridurre la distanza tra l’idea e l’architettura, la copertura dell’aula liturgica è una derivazione del campo visivo dell’assemblea dei fedeli. La forma curvilinea determina, nel passaggio tra il portico e l’aula, una compressione dello spazio ed una sua successiva impennata, verso il presbiterio e verso la quinta visiva formata dalla montagna (schema 1, sezione A-A). Per questa ragione la chiusura verticale dell’aula è una grande vetrata: proprio la presenza del rilievo montuoso impedisce un soleggiamento diretto di quest’ultima, evitando quindi l’abbagliamento dell’assemblea ed il surriscaldamento degli ambienti.
La successione longitudinale degli spazi viene ottenuta attraverso l’utilizzo di una gerarchia di setti lineari, disposti parallelamente l’uno all’altro e alla strada. Lo spazio all’interno di queste direttrici ospita le funzioni e la differente distanza dei setti l’uno dall’altro conforma uno schema di sezione “a navate” delle quali la più grande ospita la teoria di spazi principali (sagrato-portico-aula-presbiterio-area esterna), la minore contiene la teoria di spazi più piccoli (battistero-collegamenti verticali-cappella feriale-sagrestia-uffici); il setto posizionato sul confine delimita una navata aperta che ha la duplice funzione di ospitare il percorso della via crucis e di schermare le finestre contenenti le vetrate artistiche che sviluppano il tema Mariano (schemi 3 e 4, planimetria generale, pianta, sezione B-B).
La gerarchia tra gli elementi lineari è evidente anche in alzato: la maggior parte dei setti ha la dimensione di un muro di confine, mentre le chiusure dell’aula liturgica hanno una dimensione più monumentale. Entrambi gli ordini di muri rappresentano una continuità con il paesaggio: mentre il materiale dei primi è la pietra locale, i muri monumentali sono in calcestruzzo armato pigmentato con un particolare cromatismo desunto dai colori della montagna (Schema 5, vista 3, sezioni A-A e B-B).
L’elemento a scala paesaggistica del nuovo complesso è la croce sospesa nel grande vuoto che la copertura inclinata conforma in prossimità del portico. Vista dal sagrato, la croce si staglia davanti alla montagna (Schema 2, vista 4), ma è contemporaneamente anche l’elemento di riconoscibilità dall’alto perché è visibile dall’aereo e dal rilievo orografico; Il campanile è posizionato in sommità ad uno dei setti monumentali (Schema 2, vista 7).
Per quanto concerne la disposizione planimetrica, la strategia di utilizzo del lotto è quella di posizionare i parcheggi in adiacenza alla strada ed in connessione con gli spazi per il ministero pastorale.

 

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