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21/03/2019 La Repubblica 

 

Milano, la rivoluzione verde da corso Buenos Aires a piazzale LoretoMilano, la rivoluzione verde da corso Buenos Aires a piazzale Loreto

Il Comune progetta un primo fronte di cento metri di alberi sul viale, ma i commercianti sono contrari: “Oscurano le vetrine”. Per il nuovo volto del piazzale si raccolgono progetti per un bando

di ALESSIA GALLIONE

Si inizierà con cento metri: alberi per dare respiro e colorare una delle arterie principali dello shopping di Milano, corso Buenos Aires. E’ il progetto che sta studiando il Comune, anche se i commercianti hanno già fatto sapere: “Alberi? No, oscurerebbero le vetrine, e allargare i marciapiedi creerebbe altri problemi”. L’idea di Palazzo Marino è quella di lavorare con i privati – l’operatore londinese Meyer Bergman, che lì sta ristrutturando le Corti di Baires abbandonate da anni – per piantare alberi nell’isolato tra via Petrella e via Pergolesi, mettendo così un freno alle auto a e al caos. Per arrivare al vero obiettivo: cambiare piazzale Loreto, trasformando la piazza di cemento in un’isola verde.
“Il primo segnale che vogliamo dare è cambiare l’isolato delle Corti di Baires all’interno dei lavori di riqualificazione di questo complesso. E lì salta la sosta e mettiamo verde e alberi”, spiega l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. Non è un’idea nuova, quella di trasformare corso Buenos Aires in un viale alberato: già dieci anni fa la giunta Moratti pensava a 80 piante per 800 metri su ogni lato, mettendo qui una parte degli alberi che Claudio Abbado aveva chiesto alla città per il suo ritorno alla Scala. Un’epoca fa: quel piano non partì mai per problemi tecnici. Nel 2016 il Municipio 3 lanciò un sondaggio, in cui vinse la suggestione green. Adesso, ecco il rilancio. Che si intreccia al piano ancora più corposo per cambiare volto a piazzale Loreto.
E’ quello uno dei punti chiave del nuovo Piano di governo del territorio che vuole ridisegnare la città del 2030. Uno degli indirizzi della nuova Milano. L’obiettivo della giunta è trasformare il piazzale, oggi solo una grande rotatoria, quasi un non luogo dove sono le auto a comandare, con i pedoni che non possono neppure attraversare. Un altro comandamento: avvicinare al centro via Padova e viale Monza, rivitalizzando anche l’ultimo tratto di corso Buenos Aires. “Se riusciremo in questo intento, allora potremo anche pensare ad allargare i marciapiedi del viale e ad aumentare il numero degli alberi”, dice Maran. Che, intanto, però, parte dal primo tratto. E da uno studio che ora dovrà anche decretare se sarà possibile che le piante mettano radici o sarà necessario prevedere grossi vasi. Il Comune lancerà – probabilmente nel 2020 – un bando per trovare chi potrà reinventare Loreto. Ma, nell’attesa, con l’appello che l’amministrazione ha fatto a professionisti e cittadini a immaginare il futuro di alcuni luoghi simbolo del Pgt, sono già arrivate le prime idee.
Lo studio “Antonio Citterio Patricia Viel”, per dire, ha pensato a un sorta di giardino su più livelli che, grazie a una scalinata che sorvola il traffico, permetterà a tutti di salire su una piattaforma che si innalzerà fino a un’altezza di dieci metri regalando 7.000 metri quadrati di spazio pedonale in più in parte verde. E, poi, ancora, scoperchiando la piazza raggiungerà il mezzanino del metrò con un sistema di cerchi concentrici di negozi e servizi. Un progetto è arrivato anche da altri due studi, Hypnos di Milano e Lad di Roma. “Sovraparco”, lo hanno chiamato gli architetti Nicola Brembilla e Francesco Napolitano. Che, ancora, hanno lavorato immaginando più livelli. Ancora una volta, il mezzanino verrebbe aperto per creare una piazza sotterranea che, grazie a un grande oculo centrale, prende aria e luce dall’alto. E poi, ecco una grande vasca al centro, una “calotta rovesciata” per far nascere un’oasi verde sopraelevata e riparata dal rumore, dal traffico e dall’inquinamento da pareti.

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